Reggio Emilia la città
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dove nasce il Tricolore
Reggio Emilia, la città dove è nato il Tricolore, ma anche la città dell’educazione, ti accoglie con diverse testimonianze di arte moderna. Sono, infatti, le opere dell’archistar Santiago Calatrava a darti il benvenuto. La città emiliana ti sorprende con i suoi teatri, ex fabbriche, ex conventi oggi adibiti a luoghi dove partecipare a numerosi eventi. La città vecchia è un inseguirsi di vicoli, portici e archi che si aprono su piazze rese vive da colorati tavolini. Il Duomo in stile romanico si impone alla vista con la sua austerità. Girando per le strade del centro ci si deve soffermare per ammirare il Battistero, il Palazzo Vescovile, il Palazzo dei Canonici, il Palazzo del Comune, il Palazzo delle Notarie.
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Reggio Emilia tra cibo e cultura
Il Reggiano è anche terra di molte eccellenze enogastronomiche. Tortelli verdi, Parmigiano Reggiano, Erbazzone e Lambrusco hanno permesso a Reggio Emilia di essere considerata patria del mangiare bene. E il cibo è sinonimo di cultura. Qui si impara come dietro un piatto ci siano tradizioni e tante tracce di storia.
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Il ricco paniere enogastronomico
Non solo Parmigiano Reggiano, ma anche il frizzante e vivace Lambrusco, che nella tradizione conosceva una rifermentazione spontanea in bottiglia nel periodo primaverile; l'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia che si ottiene grazie a lunghissimo invecchiamento (minimo dodici anni) di mosto cotto di uve locali, in una batteria di botticelle di legni differenti a grandezza scalare, con travasi annuali e periodici rabbocchi; i salumi, tra cui Prosciutto Crudo, Prosciutto Cotto, Mortadella, Coppa, Salame, Cotechino e "Cappello da prete" e l’“Acqua d'orcio”, una bevanda tipica reggiana al gusto di liquirizia e anice che veniva distribuita nei bar del centro storico.
Reggio Emilia la provincia
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in tour nella provincia di Reggio Emilia
Un viaggio nella provincia reggiana significa scoprire natura, borghi, castelli e fare tante passeggiate. Senza dimenticare le ricche proposte enogastronomiche, che rendono questo territorio un luogo da gustare.
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Alla scoperta delle terre di Matilde di Canossa
Nel 1055 Matilde a nove anni eredita un territorio che si estendeva dalla Toscana a Mantova. Sposata, per ragione di Stato, con un nobile della Lorena, Goffredo il Gobbo, governa quando esplode il contrasto tra Papato e Impero. Papa Gregorio VII , deposto dall’ imperatore Enrico IV, si rifugia presso il castello di Canossa sotto la protezione di Matilde. Il 26 gennaio 1077 Enrico, in veste di pellegrino, ottiene il perdono del Papa sotto le mura del castello. Nel reggiano è imperdibile il castello di Rossena, che costituisce uno degli scorci paesaggistici più straordinari di tutta l'area matildica. Poi c'è il castello di Carpineti e il castello di Canossa, monumento nazionale, di cui rimangono solo i ruderi.
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L’Appennino Reggiano scrigno di storia antica
Al di là della storia c’è tanta natura da ammirare. Imperdibile, ad esempio, è la Pietra di Bismantova con la sua caratteristica forma di nave che si staglia in mezzo ad un paesaggio di boschi. Non solo testimonianze naturali, ma anche tesori costruiti dall’uomo. Così il territorio reggiano custodisce anche uno dei più bei borghi medievali: il borgo di Votigno. In questa sezione vi segnaleremo altri luoghi da scoprire, interessanti per il loro valore culturale e paesaggistico. Non perdeteli! Una territorio ancora poco conosciuto che merita tutta la nostra attenzione.
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nel segno di #inciboveritas
Non solo Parmigiano Reggiano, ma anche il frizzante e vivace Lambrusco, che nella tradizione conosceva una rifermentazione spontanea in bottiglia nel periodo primaverile; l'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia che si ottiene grazie a lunghissimo invecchiamento (minimo dodici anni) di mosto cotto di uve locali, in una batteria di botticelle di legni differenti a grandezza scalare, con travasi annuali e periodici rabbocchi; i salumi, tra cui Prosciutto Crudo, Prosciutto Cotto, Mortadella, Coppa, Salame, Cotechino e "Cappello da prete" e l’“Acqua d'orcio”, una bevanda tipica reggiana al gusto di liquirizia e anice che veniva distribuita nei bar del centro storico.la pasta di semola di grano dura, come ad esempio gli Anolini e i Cappelletti conosciuti già nel Cinquecento.